Guida "METODO FERRI" a cura di EMMA RITA FERRI - Tutti i diritti riservati
Verso del Piccione (VdP)

Tecnica–Didattica-VdP

Tecnica–Didattica-VdP

E’ importante munirsi di acqua naturale durante le lezioni perché eseguendo specifici esercizi è utile per ridurre gli stimoli della tosse. In tal modo si possono anche eliminare i ristagni di saliva e di secrezioni a livello ipofaringeo.
Anche durante la radioterapia è importante per garantire la giusta idratazione ed elasticità della mucosa faringea. Riempire la bocca d’acqua, deglutendola a piccoli sorsi Ripetere più volte la sequenza .

PRIMA FASE

Accertarsi sempre che il paziente assuma una comoda e naturale postura seduta, a busto ben eretto con braccia appoggiate sui braccioli della sedia, con spalle, testa e collo rilassati.

I sezione

Esercizi di respirazione e gestione del flusso aereo polmonare
1. In sequenza:

  • inspirazione
  • apnea piena (cioè a polmoni pieni) 
  • espirazione tranquilla, immaginando di soffiare lentamente con la bocca in serie da 3 per 3 volte. (Fig. 1)
a

2. In sequenza:

  • inspirazione
  • apnea piena (cioè a polmoni pieni)
  • espirazione lenta mimando il boccheggiare del pesce o muovendo le labbra come per dire UP-UP-UP senza sonorizzare (con una mano davanti alla bocca per sentire i buffetti d’aria e con l’altra davanti al tracheostoma per sentire il flusso lento e caldo dell’aria polmonare). in serie da 3 per 3 volte. (Fig. 2)
a

3. In sequenza:

  • inspirazione
  • apnea piena (cioè a polmoni pieni)
  • espirazione lenta immaginando e mimando la pronuncia della lettera /s/ in serie da 3 per 3 volte. (Fig. 3)
a

II sezione

Esercizi di respirazione e gestione del flusso aereo polmonare

1. In sequenza:

  • inspirazione
  • espirazione
  • apnea vuota (cioè a polmoni svuotati)
  • eseguire 5 volte la pompa (verso del piccione) a bocca chiusa
Eseguire il ciclo per almeno 3 volte.

N.B.: fare attenzione alla giusta esecuzione della pompa, che deve essere costituita da due distinte fasi, quella iniettiva (cioè di immissione dell’aria) e quella eiettiva (cioè di emissione dell’aria).

2. In sequenza:

  • inspirazione
  • apnea piena (cioè a polmoni pieni)
  • eseguire 3 volte il verso del piccione a bocca chiusa
  • espirazione
Eseguire il ciclo per almeno 3 volte.

N.B.: questo esercizio è di difficile esecuzione e serve come controprova per dimostrare la difficoltà dell’emissione sonora a polmoni pieni.

3. In sequenza:

  • inspirazione
  • espirazione
  • apnea vuota (cioè a polmoni svuotati)
  • eseguire 5 volte la pompa (VdP) a bocca leggermente aperta.
Eseguire il ciclo per almeno 3 volte.

Cominciamo con le VOCALI

4. Eseguire la pompa a bocca leggermente aperta cercando di pronunciare nella fase di emissione dell’aria le varie vocali, cominciando sempre dalla A (poi O-E-I-U).

5. Pronunciare senza modulazione, cioè in modo mono-tono, le vocali prima nella sequenza A-O-E-I-U (almeno 3 volte).

6. Quando il precedente esercizio è ben eseguito provare a frammentare ritmicamente la fase di emissione pronunciando le varie vocali ( ad esempio A-A-A, O-O-O, E-E-E, I-I-I, U-U-U)

8. Quando si avverte che la mucosa e i muscoli rispondono tonicamente, pronunciare le singole vocali ritmicamente, con un’unica presa d’aria, con le labbra leggermente aperte e con intonazione mono-tonica secondo la seguente sequenza: A-AAA O-OOO E-EEE I-III U-UUU oppure A-A-AAA, O-O-OOO, E-E-EEE, I-I-III, U-U-UUU.

N.B.: è importante cercare di prolungare il più possibile il suono della seconda/terza vocale di ogni gruppo.

10. A questo punto si dovrebbe essere in grado di pronunciare con un’unica presa d’aria ogni vocale, prolungandola e non ritmandola (AAAAAA, OOOOOOO, ecc.).

10.1 Una volta che il paziente ha iniziato a pronunciare tutte le vocali potrà gradualmente pronunciare delle sillabe come, ad esempio, CA-CA-CA… PA-PA-PATA-TA -TA…

SECONDA FASE

Anche nella voce erigmofonica esiste la possibilità di variare l’atteggiamento del vocal tract modificando notevolmente le caratteristiche acustiche del suono emesso. Per semplicità divideremo l’emissione vocale in due modalità: risonanza bassa (ampliamento del lume ipofaringeo, rilassamento delle pareti faringee e dello sfintere esofageo superiore) e risonanza alta (restringimento del lume faringeo e irrigidimento delle pareti faringee e dello sfintere esofageo superiore).

Caratteristiche risonanziali delle vocali

Come evidenziato dagli studi endoscopici, la conformazione del vocal tract si modifica anche a livello ipofaringeo e dello sfintere esofageo a seconda delle vocali. Pronunciando in sequenza A – O – E – I – U si passa da una conformazione a lume ipofaringeo e sfintere più costretti a un’altra più ampia e rilassata, quindi da una condizione di maggior facilità nel controllo del flusso aereo trans-sfinterico attraverso una maggior costrizione a una condizione opposta.
Non per tutte le vocali è facile o addirittura possibile pronunciare sia in risonanza bassa che in risonanza alta:

Vocali con risonanza bassa e alta
  • A sia risonanza alta che risonanza bassa
  • O sia risonanza alta che risonanza bassa
  • E sia risonanza alta (più facile) che bassa (più difficile)
  • I solo risonanza a lume ipofaringeo dilatato
  • U solo risonanza a lume ipofaringeo dilatato
L’utilità nello sviluppo della differenziazione delle diverse risonanze sta nel caratterizzare maggiormente la mascolinità o la femminilità della voce, ma anche migliorare l’intelligibilità delle consonanti che precedono e soprattutto che seguono le vocali.

Prima di iniziare lo studio dei singoli gruppi consonantici, è utile fare pronunciare più volte al paziente le consonanti in ordine alfabetico per individuare precisamente i gruppi consonantici più carenti. Come verrà illustrato, è importante imparare le strategie giuste per differenziare le consonanti appartenenti al medesimo gruppo, che altrimenti risulterebbero poco distinguibili fra di loro.

a
Consonanti Gutturali

/K/ = C di casa, /G/, /Q/

Per la pronuncia della /k/ spingere energicamente il dorso della lingua verso il palato e pronunciare in risonanza alta (stringendo) la sillaba /ka/.
Esempio: CA – CO – CHE – CHI – CU

La diversità di risonanza serve per conferire una netta differenza acustica tra le due consonanti che altrimenti risulterebbero molto simili.

Consonanti Gutturali

/K/ = C di casa, /G/, /Q/

Per la pronuncia della /g/ spingere più dolcemente dorso e base della lingua posteriormente verso la parete faringea posteriore e pronunciare con risonanza bassa (allargando e rilassando) la sillaba /ga/.
Esempio: GA – GO – GHE – GHI – GU

La diversità di risonanza serve per conferire una netta differenza acustica tra le due consonanti che altrimenti risulterebbero molto simili.

Consonanti Labiali

/P/, /B/
/P/ esplosiva, a risonanza alta, ipofaringe costretto
/B/ implosiva, a risonanza bassa, ipofaringe rilassato

Consonanti Dentali

/T/, /D/
/T/ esplosiva, a risonanza alta, ipofaringe costretto
/D/ implosiva, a risonanza bassa, ipofaringe rilassato

Consonanti Nasali

/M/, /N/, /Gn/
La risonanza delle consonanti nasali varia a seconda delle vocali e delle consonanti che le precedono o le seguono.

Consonanti Liquide

/L/, /R/
La risonanza delle consonanti nasali varia a seconda delle vocali e delle consonanti che le precedono o le seguono. Per facilitare l’articolazione della /r/ immaginare sempre di anteporre una /d/ o una /t/.

Consonanti Sibilanti

/S/, /Z/, /Sc/
È importante essere in grado di produrre un soffio mediante l’emissione di un flusso aereo non sonorizzato attraverso lo sfintere esofageo superiore. Per riuscire a mantenere costante il flusso è indispensabile un progressivo aumento della costrizione ipofaringea in concomitanza con un “tonico rilassamento” dello sfintere esofageo superiore. Per evitare brusche emissioni di aria e importante non “spingere” con il diaframma, ma sostenere il flusso aereo con una tonica contrazione dei muscoli addominali.

Consonanti Fricative

/F/, /V/
Medesimo procedimento sopra descritto, fatta eccezione per l’articolazione labiale e linguale che varia.

Esercizio utile per comprendere questa differenza: far pronunciare con tono secco e deciso la sequenza TAC – TOC – TEC – TIC – TUC;
in seguito eseguire questa seconda sequenza GAC – GOC – GHEC – GHIC – GUC.

Per verificare l’efficacia dell’esercizio pronunciare di seguito gruppi di due parole che si differenziano principalmente per l’alternanza delle due consonanti.

Esempio:
CARA-GARA
CALLO-GALLO
CORO-GORO
ANCORA-ANGORA
CHILO-GHIRO……..

CORRETTA RESPIRAZIONE DURANTE L’ELOQUIO

A polmoni con riserva d’aria “NORMALE”(i polmoni non devono contenere troppa aria):

  • in Apnea iniziare con la prima parola (l’apnea iniziale serve a evitare bruschi soffi da tracheostoma);
  • espirate leggermente continuando ad emettere la parola;
  • nella pausa prendere una piccola presa d’aria senza riempire a pieni Polmoni (è importante coordinare le piccole prese d’aria nei momenti più opportuni del contesto della frase enunciata – pause, virgole, ecc..);
  • emettere aria continuando la parola;
  • ripetere le fasi Presa d’aria emissione aria con Parola (la durata della fase dipende anche da quanto il paziente riesce a gestire il flusso espiratorio controllatoe lento attraverso il tracheostoma).

L’aria utilizzata per la parola viene fornita dal movimento del palato molle e dalle pareti faringee.

Quando il paziente ha raggiunto una certa padronanza si può chiedere di parlare in maniera chiare e fluida con parole più difficili e frasi a senso compiuto.

Un sistema semplice , ma efficace, è quello della numerazione perché da immediatamente la consapevolezza del risultato che si va a raggiungere.

Eseguire i numeri in sequenza partendo da:

a
L'esercizio dei numeri si può fare anche tenendo la bocca socchiusa e denti stretti sottoponendo la lingua alla ginnastica ottenendo così maggior elasticità.

NB. Durante le lezioni si consiglia agli allievi di munirsi di acqua naturale.

 

Le caratteristiche di una buona voce esofagea sono:

  1. assenza di rumore durante il rifornimento d’aria in esofago
  2. assenza di soffio d’aria dal tracheostoma
  3. assenza di prolungati intervalli di tempo tra rifornimento d’aria e produzione di voce
  4. intensità sonora e tempo fonatorio adeguati, eloquio fluente senza interruzioni evidenti
  5. timbro vocale gradevole e costante
  6. buona pronuncia
  7. ritmo adeguato
  8. espressività
  9. modulazione
  10. assenza di fatica
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